Nella mia ultima razzia da - 30% di sconto all' Esselunga, mi sono procurato l' ultimo racconto di Massimo Carlotto: L'amore del bandito.
Torno a casa, lo appoggio sul comodino, ultimo di una pila impressionante, e quando viene il momento di leggerlo penso... non sono tranquillo, non mi torna qualcosa. In genere mi succede quando ho lasciato indietro la lettura di un racconto precedente dello stesso autore.
Così, vado alla libreria e cerco.
Operazione complessa, perchè possiedo oltre mille volumi e non li ho mai ordinati, anzi, godo nel mischiarli, convinto che l'eventuale ricerca di un titolo particolare possa essere di per se fonte di gioia. Non è vero, me ne accorgo quando succede.
Così, dopo una birra e qualche malumore, trovo finalmente il motivo della mia inquietudine: è piccolo, giallo e si intitola:" Il corriere colombiano".
Lo avevo acquistato anni fa e non lo avevo ancora letto, distratto dalle uscite del momento o da acquisti più recenti.
Il corriere colombiano è un racconto del 2000, quarto della serie dove si narrano le avventure dell' Alligatore, l' alter ego-protagonista di buona parte dei racconti noir di Carlotto.
Ancora una volta, l' ex-cantante blues ed ex-galeotto Marco Buratti, detto l' Alligatore è alle prese con una investigazione sui generis, che lo porterà a setacciare quel territorio ambiguo che sta tra la legalità e la mala, territorio fatto di night, locali notturni e paura di tornare in galera.
Ad aiutarlo, il milanese, gangster vecchio stampo e Max la memoria, ciccione in fuga dalla società.
E' un noir vecchio stampo, dove non c'è da scoprire chi ha ucciso il morto, ma dove i nostri debbono cercare di tirar fuori un delinquente che sta in galera per un reato che non ha commesso.
E' un noir vecchio stampo, dove non c'è da scoprire chi ha ucciso il morto, ma dove i nostri debbono cercare di tirar fuori un delinquente che sta in galera per un reato che non ha commesso.
Si troveranno invischiati in una complessa operazione antidroga, e dovranno decidere se restare fedeli ai propri principi (quelli della mala di una volta) e sfidare così le autorità, con le conseguenze che questo comporta, in particolare per degli ex-galeotti.
La storia è ben congegnata, i personaggi ben disegnati (forse un pò stereotipati, ma genuini) e la lettura scorrevole.
Resta difficile per me pensare di bere un alligatore (è un cocktail creato per il protagonista che ne beve come fossero gazzose, e che prevede 3 parti di Drambuiè più 7 di Calvados, insomma una mazzata), ma è una lettura che consiglio, anche agli astemi.