domenica 28 febbraio 2010

Codice:Genesi, ovvero l' Apocalisse lenta

Un pigro pomeriggio domenicale può trasformarsi in un subdolo complice di scelte infelici. E proprio per questo, ci siamo presentati al cinema acquistando due biglietti per l' ultima fatica di Denzel Washington, il film post-apocalittico Codice Genesi dei fratelli Hughes.
La storia, è un road-movie che si svolge trenta inverni dopo la guerra nucleare che ha reso la terra desertica e quasi disabitata. Il nostro è Eli, un curioso errante, che nel suo viaggio verso ovest, si fa strada eminando tutti i bruti che affollano il suo cammino. Un pò come Kenshiro, silensioso e implacabile combattente, sembra afflitto dal suo destino di guerriero.
Insomma, Eli è in viaggio da trent'anni in un mondo pericoloso e non si sa perchè. Anzi, dopo una quarantina di minuti, che cominciano a pesare come i sei lustri di viaggio di Denzel, si comincia a capire. Una voce del suo inconscio gli ha chiesto di incamminarsi e portare il libro che egli custodisce e che legge ogni giorno, in un luogo dove questo libro potrà essere utile per un nuovo inizio. Il libro, non credo di svelare nessun arcano, è la Bibbia, l'ultima copia rimasta e che non è stata bruciata dai sopravvissuti dopo l' olocausto della guerra nucleare.
Sulla sua strada, anch'egli alla ricerca del libro per via del suo potenziale di controllo sulle (ipotetiche) masse, anche il cattivo del film, Gary Oldman. Inevitabile lo scontro ed ovviamente non vi racconterò il risultato.
Tutto il film è girato (non conosco il nome della tecnica) con i colori appena accennati, quasi in bianco e nero e questo contribuisce a rendere ancor più claustrofobico lo svolgersi della trama.
Il montaggio delle scene poi, alterna scontri dal ritmo incalzante (stile Hong Kong) a momenti lentissimi e dalle inquadrature autocompiaciute (stile cinema d'autore tedesco) e questo lo confesso, rischia di mandare in confusione un'anima semplice come la mia. Confusione che si trasforma poi in rancorosa sonnolenza, che genera post come questo di sincero sconsiglio alla visione.
Forse c'è più di una citazione per quei film western anni 60/70, un pò psichedelici un pò spaghetti-western, che visti oggi strappano un sorriso e fanno dire: "ma guarda questi, che coraggio" ma a mio modesto avviso, questo non basta a rendere godibile la proiezione.
Film lento e senza un perchè. Con Washington e Oldman si poteva fare molto meglio.

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