martedì 15 marzo 2011

Il nocciolo del problema

A prescindere dai disastrosi eventi di questi giorni, sono convinto che il nucleare non rappresenti la risposta alla fame energetica della nostra civiltà.
Si dice, anzi dicono: "il nucleare è indispensabile per ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili e conquistare una indispensabile autonomia energetica".
Purtroppo l' uranio non è meno raro del petrolio, ma sopratutto non ce n'è in Italia. E inoltre, la tecnologia prevista per la realizzazione delle future centrali è francese, così come quella delle precedenti era inglese. E' quindi una fesseria che il nucleare sia la strada per la (sacrosanta) indipendenza energetica nazionale.
"Le centrali degli altri, in particolare quelle collassate, sono più antiche e insicure di quelle che faremo noi. Le nostre saranno sicurissime". E' possibile, anzi è certo che saranno più sicure, dal momento che le nuove centrali verranno realizzate in 10/15 anni, quindi almeno mezzo secolo dopo le centrali sin qui collassate. E tuttavia, il principio realizzativo è sempre quello della bomba atomica: una fissione nucleare, solo controllata per mezzo di barre di grafite o -più recentemente - di metallo. LA domanda da porsi è: ce le vorresti 3 o 4 bombe atomiche "controllate" a 50/60Km da casa?
Sebbene le previste nuove centrali, dovrebbero avere addirittura  4 impianti di refrigeramento di emergenza, il rischio che ognuno di questi non funzioni esisterà sempre e di conseguenza il disastro non è affatto impossibile. "Vuoi portare sfiga?!" Direte voi. Allora fate la fatica di andare a vedere quale serie di coincidenze nefaste ed incredibili negligenze portò al disastro di Chernobyl e poi parliamo seriamente di cosa può accadere e cosa no.
Senza contare che - "banalmente" - il rischio di fusione a Fukushima è dovuto alla mancanza di elettricità per alimentare l' impianto di refrigeramento (incredibile, alle nostre non potrà mai succedere).
Per non parlare delle scorie poi! Esse rappresentano un problema per i paesi compiutamente civili ed avanzati. Qualcuno può immaginare cosa potrebbe diventare in Italia, un paese dove la capacità di gestire i rifiuti è sotto gli occhi di tutti? Un Paese che ha di fatto "appaltato" lo smaltimento della sua immondizia e dei suoi rifiuti tossici alle varie mafie?
Ed infine, ecco l'obiezione più subdola, quella che lascia interdetti anche gli antinuclearisti più convinti: "le centrali nucleari, con tutti i loro rischi, sono meno nocive per l' ambiente che non le tradizionali centrali a combustibili fossili!"
Questa lo confesso, mi ha messo in difficoltà, anche perchè l' ha ripresa un mio personale mito, Margherita Hack. E tuttavia, benché l'utilizzo dei combustibili fossili come petrolio e carbone stia modificando il clima del pianeta e con ciò producendo danni la cui portata probabilmente ancora ci sfugge, la risposta alla nostra fame di energia non può essere l' impiego di un combustibile, se possibile ancor più dannoso e pericoloso, bensì tutta una serie di azioni, scelte e comportamenti che vanno in una direzione opposta a quella che vorrebbe farci prendere l' attuale governo.
Si parte da un indispensabile ripensamento del nostro stile di vita, senza chissà quali rinunce, ma con un deciso cambio di rotta. L'utilizzo della bici e dei mezzi pubblici deve diventare la norma. Per fare un esempio, i SUV, sono una fabbrica di tumori, non un modo per mostrare virilità. Il nostro approccio al consumo deve diventare consapevole. Dobbiamo cominciare a privilegiare ciò che ha un basso impatto ambientale. Sempre per fare un esempio, l'acqua minerale del Vulture renderà giovani, ma se bevuta a Milano, si è fatta 1200 km bruciando tonnellate di gomme e benzina e l' effetto è quello di farci morire un poco più giovani.
E poi, si deve lavorare sulle nostre case. Ce ne sono milioni in Italia. Se ognuna producesse energia per effetto di pannelli solari o fotovoltaici o ne risparmiasse sfruttando la geotermia con le pompe di calore, il fabbisogno energetico nazionale sarebbe davvero ridotto. E se ognuna di esse venisse ristrutturata per raggiungere una classe energetica accettabile, il risparmio sarebbe ancora più grande.
E così, mentre si riduce il fabbisogno di energia, investire quei soldi che oggi sembrano stanziati per le centrali termonucleari, per lo sviluppo e diffusione delle energie rinnovabili e per lo studio delle energie alternative.
Questo è ragionare per il bene di tutti.
Purtoppo, investire in nuove centrali nucleari, significa invece ragionare per conto di alcuni grandi gruppi industriali.

Nessun commento:

Posta un commento