lunedì 7 giugno 2010

La caccia al tesoro di Montalbano


Andrea Camilleri ci regala l' ennesimo appuntamento con le avventure del commissario Montalbano e come è tradizione, mi precipito ad acquistare il librettino nero di Sellerio. Sfoglio le prima pagine con apprensione, perchè nelle ultime uscite, Salvuzzo nostro mi era sembrato eccessivamente amaro, cupo, avviato a grandi passi verso un solitario declino fisico ed intellettuale. Mi rattristava un pò, lo confesso.
Invece, in questa che è una delle sue storie più truci, una delle storie dove l'esplorazione della follia umana e del suo lato oscuro scandagliano più in profondità, Salvo torna ad essere ironico e a tratti divertente.
Intendiamoci, l'età di mezzo si fa piena per il nostro Montalbano, ma i conti con la sventura di invecchiare, sono alleggeriti da alcune situazioni davvero esilaranti e sopratutto da uno sfondo di speranza che illumina tutto il racconto.
La storia non è la meglio congegnata, tanto è vero che ben prima della metà del racconto avevo di persona personalmente ipotizzato la soluzione del caso (detto tra noi, anche considerando la mia personale perspicacia, è grave...), tuttavia si lascia leggere con facilità e - benchè il mistero appaia in realtà di facile soluzione - avvince il giusto.
Si legge in due sere, una per i più ghiotti, ed è consigliato anche sotto l' ombrellone.
Non un capolavoro ma godibile ed in ultima analisi, rassicurante.